Lunedì 15 febbraio alle ore 18,30, su piattaforma zoom, si terrà la presentazione del volume Mansuetudine, promosso dalla Fondazione Alma Mater Ticinensis nell’ambito del progetto “L’arca delle virtù: da Agostino al XXI secolo”. L’incontro, organizzato dal Collegio Borromeo, proporrà una riflessione sulla mansuetudine a partire dal volume appena uscito per i tipi di Ibis. Dopo i saluti del rettore del Collegio Borromeo Alberto Lolli e dell’assessore alla Cultura del Comune di Pavia Mariangela Singali Calisti, ne discuteranno Fabio Rugge e Corrado Augias, Salvatore Veca e Giulia Delogu (curatrice del volume).

La virtù della mansuetudine – La mansuetudine appare virtù diversa fin dalla effige che la rappresenta nell’Arca di Agostino a Pavia. Se la speranza e la carità guardano verso il cielo – indagate nei precedenti volumi della serie – la mansuetudine punta il suo sguardo verso lo spettatore: accarezza un agnello, ma la sua attenzione sembra tutta orientata verso l’altro, in una dimensione terrena e relazionale. Non a caso, fino all’età moderna, la mansuetudine veniva percepita come una virtù sociale, necessaria per il buon ordine e il buon governo. Il volume edito nel 2020 da Ibis, continuando il viaggio attraverso le virtù dell’Arca, iniziato con la speranza e poi proseguito con la carità, riflette su una virtù molto complessa, che oggi appare quasi smarrita. Per ritrovare la mansuetudine e rivelarne la ricchezza di significati, sono state raccolte sei riflessioni, ispirate dalla linguistica, dalla filosofia, dalla teologia, dalla scienza politica e dalla storia.

Gli autori e i contributiGiuseppe Antonelli (Università di Pavia) propone un’indagine linguistica che mostra come, se da un lato, il termine mansuetudine è andato scomparendo dal linguaggio, dall’altro, il concetto ha continuato ad essere vitale. Giulia Delogu (Università Ca’ Foscari di Venezia) indaga la questione di questa peculiare virtù dall’inaspettata angolazione delle cosiddette sostanze esotiche (caffè, cacao, the, tabacco) che in età moderna modificarono mercati e abitudine quotidiane e scatenarono un acceso dibattito medico, politico e morale. Gianfranco Ravasi (Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura) riflette sulla mansuetudine nelle Scritture, mettendo in luce come sia soprattutto una “virtù d’amore”. Francesca Rigotti (Università della Svizzera Italiana) sviluppa un’analisi ad ampio raggio dall’antichità all’oggi, che la porta a riconsiderare la dicotomia istituita da Norberto Bobbio tra una mansuetudine, passiva, e una mitezza, attiva. Fabio Rugge (Università di Pavia) va alla ricerca della mansuetudine “virtù smarrita” viaggiando tra lingua, pensiero, concetti e proponendo nuove possibile vie per la mansuetudine come virtù politica positiva. Salvatore Veca (Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia) insiste infine sul carattere “elusivo” ma al contempo politico della mansuetudine, virtù della non violenza.

Un tesoro artistico e morale: Agostino e Pavia – Pavia è la città di Agostino, del quale conserva i resti nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, custoditi in un’urna collocata al di sotto di un’arca marmorea di straordinaria fattura artistica. Tra le 95 statue che adornano l’arca, un posto di rilievo spetta alle Virtù. Un tesoro artistico e morale che Pavia città di Agostino si appresta a celebrare con un programma speciale nel 2023, in occasione del 1300° anniversario della traslazione del corpo di Agostino.

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Locandina della presentazione.